Luci Teatrali 

  Le attrezzature luci per il teatro

parte prima  

  Mixer e Dimmer luci   

La rivoluzione dell'illuminotecnica negli anni '80/'90: 

Tutto è partito dalla creatività e dall'intraprendenza di alcuni giovani imprenditori italiani.

Negli ultimi 15 anni in diversi settori ci sono state evoluzioni di gran rilievo, ma in quello dell'illuminotecnica si è verificata una vera e propria rivoluzione. 

All'inizio degli anni '80 il panorama dei produttori di luci importanti nel mondo era molto ristretto rispetto a ciò che offre oggi qualsiasi fiera internazionale. 

Fra tali aziende già ne primeggiavano alcune italiane, che non solo dominavano il mercato, ma creavano le novità tecniche ed orientavano le tendenze di un settore che conosceva un costante evolversi di tecnologie,mode ed esigenze. 

In quel periodo gli apparecchi più diffusi cominciavano ad essere comandati da una scheda elettronica dotata di un microfono incorporato che li azionava a tempo di musica. 

Questi effetti luminosi, dalle potenti prestazioni per il periodo, erano gli antenati dello scanner, che oggi troviamo in show di grande, media e piccola dimensione. 

Nella seconda metà degli anni '80 si cominciarono ad applicare le infinite potenzialità dell'elettronica digitale al settore dell'illuminazione e nacquero i proiettori intelligenti o scanner. 

L'introduzione del segnale seriale digitale DMX512 è una grandissima trovata del periodo e permette, con un semplice cavo microfonico a 3 fili, di inviare le notevoli quantità di istruzioni necessarie ai proiettori per attivare le funzioni di cui erano dotati. 

Tutte queste novità furono grandiose, ma oggi come allora, resero necessarie abilità e fantasia per poter ricavare da tante opzioni un vero e proprio show luci. 

Oggi più che mai, con l'attuale sofisticazione degli apparecchi, è importante il know-how per poter sfruttare al meglio tanta tecnologia.

  Il sistema dei dimmer 

Il dimmer è un regolatore elettronico di precisione per l'intensità luminosa. 

Il dimmer utilizza come elemento variabile un semiconduttore, il tiristore o raddrizzatore controllato al silicio, che permette di ottenere una regolazione in base ai segnali che vengono inviati direttamente da una console. 

Ad ogni scheda dimmer viene collegato un apparecchio illuminante. 

In pratica queste schede alimentano e regolano l'intensità della luce di ogni singolo proiettore o diffusore in base agli ordini che ricevono dalla console.

 Ogni singola scheda ha una o due prese per la connessione degli apparecchi illuminanti e contiene un fusibile di protezione da 10 o più ampere. 

Il tipo base sostiene e regola apparecchi fino a 2/3kW di potenza ma ci sono anche schede da 5 e da 10kW. 

Il segnale che va dalla console ai dimmer può essere analogico o digitale. 

Il sistema tradizionale è quello analogico, col quale viene inviato un segnale elettrico a basso voltaggio (che varia da 0 a + 10 volt) a ciascun dimmer attraverso il proprio conduttore individuale. 

Ciò significa che un armadio di 32 unità deve essere collegato alla console da 32 cavi (che, dato il basso voltaggio che devono portare, possono essere molto sottili e raccolti in un unico grosso cavo). 

Il nuovo sistema digitale, che ha ormai sostituito quasi completamente l'analogico, permette di inviare il segnale con un codice binario attraverso un cavo con due o tre conduttori e una schermatura, del tipo usato di solito per i microfoni. 

Data la complessità e la quantità di informazioni che si possono comunicare tramite quel codice, diventa possibile controllare con un singolo cavo una gran quantità di dimmer. 

Tutte le console sono costruite oggi in modo da emettere un segnale digitale (o addirittura prevedono entrambe le possibilità) mentre alcuni dimmer lavorano ancora solo con il segnale analogico. 

Esistono comunque delle unità (chiamate demux o demultiplex) in grado di trasformare il segnale digitale che giunge dalla console in analogico. 

I dimmer digitali presentano dei vantaggi rispetto ai tradizionali analogici. 

Danno in genere una risposta più veloce e offrono una regolazione più stabile e precisa, possono regolare direttamente anche lampade di basso voltaggio (12 o 24 volt) e regolano meglio (anche se non perfettamente) le lampade a fluorescenza. 

Il protocollo, o linguaggio, del segnale più diffuso è il DMX512. 

Il Mixer Luci 

Il banco di controllo (consolle o mixer luci) è l'unità dalla quale si controllano tutti gli apparecchi illuminanti e quindi lo stato luminoso della scena (che è l'insieme degli apparecchi accesi contemporaneamente e ad intensità ben definite in una data scena). 

La consolle può essere manuale, a memorie computerizzate o avere entrambe le possibilità. 

Nonostante la consolle computerizzata sia ormai la norma in qualsiasi teatro, molti piccoli gruppi o compagnie di giro utilizzano ancora quella manuale. 

 I vantaggi di questa sono la maneggevolezza, il basso costo, la semplicità d'uso e di impostazione. 

 Una console manuale è costituita da due gruppi (o preset A e B) consistenti in una fila di 12, 24 o più cursori ciascuna. 

Ogni cursore numerato regola un dimmer (un circuito o canale) e quindi ogni cursore accende e regola l'intensità di un singolo faro. 

I preset A e B sono identici (cioè il cursore n°1 di A controlla lo stesso dimmer del n°1 di B) ma non sono in funzione contemporaneamente. 

Mentre lo stato luminoso che si vede in scena è regolato ad esempio dal gruppo A, il gruppo B è "spento" ed è libero per poter impostare lo stato luminoso successivo. 

Al momento opportuno un cursore generale (transfert o cross fade) permette di incrociare i due gruppi, cioè di sfumare il gruppo A e di inserire contemporaneamente il B. 

A quel cursore ne è associato un altro, il temporizzatore (timer) che permette di impostare un tempo di incrocio; lo stato A e lo stato B si possono infatti incrociare automaticamente ad una velocità variabile e regolabile da un secondo ad alcuni minuti. 

Oltre a tutto ciò c'è sempre un cursore master che regola l'intensità generale, cioè lo stato luminoso che vediamo sulla scena nel suo insieme. 

Nella console computerizzata il numero del circuito del dimmer viene digitato e gli viene assegnata l'intensità di funzionamento indicandola con una percentuale (da 1% a 100%). 

Una volta composto uno stato luminoso lo si memorizza con il tasto record assegnando alla memoria un numero, un tempo di entrata in scena e uno di uscita. 

Quando tutti gli stati luminosi sono stati memorizzati si possono richiamare in scena uno via l'altro semplicemente premendo il tasto start nei punti dello spettacolo precedentemente decisi. 

Gli stati luminosi entreranno e usciranno di scena con i tempi loro assegnati. 

Oltre ad incrociare due stati contemporaneamente è possibile sfumarne uno in un tempo e far entrare il successivo con un tempo diverso. 

Le possibilità offerte da una console computerizzata sono molte:

  • un estrema precisione nella regolazione dei singoli circuiti e nella creazione degli stati luminosi;
  • la possibilità di entrare e uscire degli effetti in tempi diversi e anche a velocità molto lente (impossibile manualmente);
  • la memorizzazione di una grande quantità di stati luminosi complessi e la possibilità di richiamarli uno di seguito all'altro in tempi brevissimi;
  • la possibilità di memorizzare tutto il programma su un dischetto estraibile in modo da riprodurlo con altri apparecchi compatibili, modificarlo con un semplice personal computer o stamparlo;
  • la possibilità di controllare accessori come i cambi colori motorizzati, le macchine per il fumo o il movimento dei proiettori motorizzati (usati soprattutto nei musical, nella danza moderna e nei concerti pop-rock). 

Oggi molti banchi di controllo uniscono i pregi di entrambe i sistemi; al computer viene infatti associato un sistema a cursori manuale molto utile durante le prove per impostare e modificare velocemente dei semplici stati luminosi.  

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